Le murature sono composte in prevalenza da ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, ma anche da frammenti di laterizi che sottolineano i profili delle finestre e il susseguirsi della decorazione composta da lesene ed archetti pensili.
La curiosa asimmetria della facciata, è probabilmente dovuta alla presenza di un edificio più antico che fu inglobato all’inizio dell’attuale navata destra. Scavi archeologici hanno identificato le tracce di una pianta a croce e i resti di una torre campanaria.
Gli storici ipotizzano che attorno al VII secolo, fosse già presente la dedicazione a San Michele, il cui culto si andava diffondendo tra la locale popolazione longobarda.
La struttura interna, semplice e monumentale al tempo stesso, è caratterizzata dalla presenza di tre navate concluse da altrettante absidi semicircolari; lo spazio è scandito da quattro ampie arcate, l’ultima delle quali accoglie il presbiterio sopraelevato.
Al di sotto di quest’ultimo si trova un vano sotterraneo, articolato da sei pilastrini, su cui s’innestano piccole volte a crociera: si tratta dell’unico esempio di cripta romanica rimasta nell’area novarese.
La chiesa di San Michele presenta un grandioso ciclo unitario di affreschi, databile attorno al 1060, tra i maggiori del periodo romanico in Italia settentrionale.
Tra le pitture più importanti si segnalano il maestoso Giudizio Universale della controfacciata, il Cristo benedicente con i Diaconi dell’abside destra e le scene, di recente lettura, legate alle Apparizioni di San Michele Arcangelo nel Gargano dietro l’altare.
Gli studiosi hanno individuato la presenza di maestranze locali di tradizione lombarda, tra cui spicca la mano di un pittore fortemente influenzato dalla cultura bizantina.
Curiosità:
Nella parte bassa dell’abside centrale, tra le venature dei riquadri dipinti a finto marmo si nascondono i profili di un uomo e di due animali (forse un cane e una cicogna): si tratta di un raro gioco allusivo che trova maggiori riscontri nella pittura bizantina dell’epoca.
Sotto all’ultima finestra, a destra, prima dell’altare, s’intravede un insolito disegno tracciato a pennello raffigurante un mostro che ingoia un omino stilizzato: probabilmente lo scherzo realizzato da uno dei pittori, che sarebbe dovuto scomparire sotto agli affreschi.
Note:
Apparizioni di San Michele Arcangelo nel Gargano
Gli affreschi si ispirano alla leggenda narrata in un’opera agiografica il Liber de Apparitione Sancti Michaelis in Monte Gargano.
Sono rappresentati, partendo da sinistra:
l’episodio di Gargano e il toro;
la vittoria dei sipontini e dei beneventani longobardi sui napoletani bizantini