Gli storici non concordano sulle sue origini: secondo alcuni il basamento della torre, composto da ciottoli e da pietre squadrate poste agli angoli, potrebbe risalire all’epoca romana, mentre altri propendono per una realizzazione unitaria del corpo della struttura in cui le ipotesi di datazione oscillano tra l’inizio del XII secolo e un periodo che va dalla metà del XIV alla metà del XV secolo.
La superficie muraria è caratterizzata dall’impiego di sassi di fiume sistemati a spina di pesce, (disposizione che ricorda in alcuni punti la chiesa di San Michele), da elementi in cotto che formano sottili linee orizzontali e più spesse strisce verticali a sottolineare gli spigoli; i mattoni compongono una decorazione visibile solo nella parte più alta, costituita da tre file di archetti separati da una fascia centrale.
La torre è stata completata, in epoca barocca, con la costruzione della cella campanaria, impostata su di un cornicione leggermente sporgente e aperta sui lati da arconi con balaustre; la cupola a bulbo rivestita in rame è sorretta da spessi pilastri angolari e da più esili colonne in pietra.
Nella seconda metà del Seicento era già presente un orologio meccanico, posto sul lato meridionale il cui il meccanismo antico è attualmente custodito nel Museo Civico Etnografico.
Durante il secolo scorso sono stati eliminati il portico del peso pubblico, che si appoggiava al campanile, una fontana a più vasche sovrapposte e una meridiana.
Curiosità:
Un’antica tradizione vorrebbe che San Bernardino da Siena predicasse proprio da un altare posto a fianco della torre campanaria; questo era raggiungibile tramite una scaletta che le fonti ricordano ancora in loco verso la metà del XIX secolo.
Secondo la stessa leggenda il Santo avrebbe promosso la realizzazione di un affresco raffigurante la Crocifissione, ridipinto nel corso del Novecento, ma ormai scomparso (oggi è visibile solamente qualche traccia nel riquadro intonacato della facciata sud).
Proverbi oleggesi:
Vá e vin - ma štá taká al tö kampanìn
Va e vieni, ma resta vicino al tuo campanile
Kuand la vëla dal kampanìn la guarda in žó - ad sikür vin fòra al só
Quando la banderuola del campanile guarda in giù (il vento soffia da nord) di sicuro viene fuori il sole
Mangé e bév al sòn dal kampanìn - l è n piasì ke mia sémpar al vin
Mangiare e bere al suono del campanile è un piacere che non capita tutti i giorni (non tutti i giorni è festa).