Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo

Data di pubblicazione:
20 Gennaio 2020
Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo
La chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, è il risultato di vari interventi ricostruttivi e di ampliamento, durati dalla metà dell’Ottocento fino agli anni ’60 del Novecento.
In seguito al lascito nel 1845 di L. 40.000 di Piemonte di Rosa Rosari Vedova Mazza, in favore della Chiesa Parrocchiale di Oleggio, l’allora arciprete Bertotti incaricò l’architetto Alessandro Antonelli (1798-1888) di redigere uno studio di progettazione per l’ampliamento della chiesa parrocchiale che “…con una capienza di 2000 persone è insufficiente per una popolazione di 8000 anime.”. 
Durante la visita pastorale effettuata dallo stesso Bertotti nel 1852, alla vigilia dell’inizio delle nuove opere si trova una dettagliata descrizione della Chiesa: ”La costruzione di questa chiesa risale al 1500 circa, né havvi alcuna memoria in proposito. Venne però rinnovata, ed ampliata nel suo Coro, Presbiterio e Sacrestia con architettura di buon gusto, negli anni 1733 e ’34 in seguito ad una eredità pervenutale dal Sign. Gaspare Gola… al suo interno presenta un’architettura per la maggior parte barocca… dalla parte di mezzodì è separta da ogni sorta di edifizi, non così dal lato settentrionale, cui va unita la casa parrocchiale… Il corpo della chiesa in discorso è coperta di soffitta indecorosissima e che minaccia rovina.”
La chiesa antica era lunga di circa 56 metri con una navata unica, larga 16 e su cui si aprivano 12 cappelle. Era preceduta da un porticato con 8 colonne di granito e le cui basi sono tutt’oggi conservate presso il cortile della chiesa parrocchiale. 
Alla chiesa erano annessi gli Oratori del SS. Sacramento e l’antico cimitero sul lato Sud, mentre a Nord era posto l’Oratorio del SS. Rosario, sede delle omonime Confraternite.
L’Antonelli propose un primo progetto con forma circolare, poi un successivo di forma basilicale. Numerose furono le liti intercorse tra l’Arciprete Bertotti, il sindaco Avv. Giacomo Tosi e la locale Fabbriceria a causa degli alti costi dell’intervento e che portarono a risolvere la questione addirittura in tribunale presso il Senato di Casale. 
Per tale motivo, il Sindaco fece preparare due nuovi progetti da lui ritenuti più economici all’Ing. Antonio Busser e all’Arch. Paolo Rivolta.
Alla morte del sindaco Tosi avvenuta nel 1848, venne nominato come suo sostituto l’Avv. Edoardo Mazza, “uomo molto conciliativo” e di fronte al giudice di Casale le parti si riappacificarono, non senza però due necessarie condizioni: che non si doveva dar inizio ai lavori senza prima avere fondi sicuri per 160 mila lire e che le spese non oltrepassassero le 200 mila.
L’edificio venne realizzato negli anni 1853-58, secondo il progetto in forma basilicale e quasi contemporaneamente venne avviato a cura della Fabbriceria un secondo cantiere in economia di mezzi negli anni 1850-1865, per il rifacimento del coro, del presbiterio del campanile e della sacrestia, costruito nel 1733-34, in seguito al lascito di Gaspare Gola.
La Chiesa Parrocchiale fu benedetta nel 1858 e consacrata il 6 luglio 1868, attuando così il progetto dell’Antonelli che aveva previsto l’abbattimento della Chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano, sede dell’omonima Confraternita, per dare più ampio respiro alla facciata della chiesa e parte della Chiesa di S. Rocco del Seminario Vescovile, già sede dell’ex convento dei Frati Minori Riformati e ora sede del Museo Civico Archeologico Etnografico “C.G. Fanchini”.
Il progetto definitivo prevedeva però la costruzione di un maestoso colonnato, mai realizzato, demolendo l’intero quartiere a ridosso del Palazzo Comunale e parte della prospiciente via Pozzolo.
L’edificio attuale è in stile Neoclassico, a pianta basilicale, con tre navate concluse da un’abside semicircolare.
La facciata è proceduta da un pronao con quattro colonne in granito con capitelli di stile composito.
Presso il locale Museo Civico sono conservati i mozzi delle ruote dei carri costruiti della premiata ditta Mazzonzelli, attiva in paese fino alla prima metà del Novecento e che servirono per trasportare i pesanti blocchi di granito dal Porto del Ticino di Oleggio fino alla chiesa parrocchiale. I carri costruiti appositamente, erano dotati di quattro ruote, ognuna con un’ampiezza di circa 4 metri di diametro.
Le navate sono coperte da volte a botte e al di sopra dell’altare maggiore con volta a cupola e catino absidale.
Le decorazioni della cupola e dell’abside furono realizzate a partire dal 1898 dal pittore torinese Luigi Morgari con l’ornatista Pietro Elia e la collaborazione della ditta Minoja di Torino per le dorature.
La grande vetrata policroma della controfacciata rappresenta il Trionfo dell’Eucarestia, opera di Giovanni Da Re, realizzata nel 1927 in ricordo del Congresso Eucaristico tenutosi in Oleggio nel 1822.
Le altre numerose vetrate policrome vennero commissionate da vari istituzioni e benefattori e collocati in un lasso temporale dal 1928 al 1943.
Alcuni altari vennero costruiti con marmi pregiati provenienti dalle chiese demolite durante al costruzione della nuova Parrocchiale come l’altare della Madonna del Rosario e del SS. Crocefisso, mentre altri vennero costruiti ex novo: Altare del SS. Cuore di Gesù e di Maria, altare del Transito di S. Giuseppe, delle Anime del Purgatorio, di San Giovanni dove venne collocata l’antica pala opera di Bernardino Lanino e raffigurante la Madonna in Trono tra i Santi Giovanni Battista ed Evangelista e ultimo in ordine di tempo, l’altare dei San Giovanni Bosco, costruito nel 1946 con le offerte degli oleggesi, come ringraziamento per la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Ai lati delle navate laterali e dell’abside sono presenti gli oratori delle ex confraternite locali, attualmente sedi del Museo d’Arte Religiosa “p. Augusto Mozzetti”.
indirizzo

Piazza Bertotti, 2

comune

Oleggio

provincia

Novara

Ultimo aggiornamento

Martedi 21 Gennaio 2020